Avete mai provato a chiedere a un tartufaio quale sia il miglior cane da tartufi? La maggior parte vi risponderà due cose o quello che ha in quel momento nel giardino di casa o l’altra banale risposta sarà qualsiasi cane va bene per andare a tartufi basta addestrarlo!!!
Siamo sicuri??? E allora perché da secoli vengono selezionate tantissime razze ciascuna con sue caratteristiche particolari per le più diverse attività?
Adatte a una certa selvaggina e a un certo ambiente!! Se l'uomo nel corso dei secoli ha selezionato numerose razze di cani con caratteristiche particolari, sembra impossibile sostenere che per una attività specifica e difficile come la cerca del tartufo la genetica non sia di alcuna utilità.
Partendo da soggetti con una buona predisposizione si accorciano i tempi di addestramento e si ottengono risultati migliori.
Un buon addestratore, lavorando con pazienza può far forare qualsiasi cane, ma da un brocco potrà al massimo tirare fuori un onesto lavoratore, mentre solo partendo da soggetti con grandi qualità naturali si può ottenere un campione.
Su terreni e tartufi "facili" e quindi poco selettivi (ad esempio scorzone o bianchetto) anche un cane di livello modesto può fornire un rendimento soddisfacente, mentre in situazioni difficili, dove il cane deve essere in grado di trovare il tartufo prima degli altri, la differenza tra un campione ed un soggetto mediocre appare in tutta la sua evidenza.
Per i nostri cani siamo molto esigenti oltre a selezionare soggetti predisposti più di altri ad essere concentrati e ad abbandonare un po’ l’istinto venatorio che è insito in tutti i cani , cerchiamo dei soggetti esteticamente belli ed esenti da tutte le tare genetiche che alcune razze possono avere
Il nostro cane ideale deve avere una passione innata per la cerca ed il riporto, un carattere equilibrato con una buona predisposizione all'addestramento, un'azione molto briosa senza lasciarsi scoraggiare dagli eventuali ostacoli. con un buon collegamento al conduttore.
Innanzi tutto non bisogna avere fretta, un cane non è una macchina, non viene prodotto in serie ed una volta acquistato ci dovrebbe accompagnare per un certo numero di anni, per questi motivi è necessario avere le idee chiare su quello che si sta cercando ed essere disponibili ad aspettare di trovare un soggetto il più possibile corrispondente alle proprie esigenze.
Prima di tutto occorre valutare se indirizzarsi su un cucciolo o su un soggetto adulto già addestrato, quest'ultima soluzione è solo apparentemente più costosa ma abbrevia i tempi e permette di scegliere un cane con caratteristiche già definite.
Se ci si orienta su un soggetto già addestrato la valutazione del singolo soggetto prevale su altre considerazioni più generali (ad esempio la razza o il sesso). In questo caso è necessario avere le idee chiare sul tipo di cane che si sta cercando, si deve vedere il cane al lavoro in un terreno naturale, se necessario più di una volta e soprattutto si dovrebbe essere in grado di valutarne pregi e difetti. Per chi fosse alle prime esperienze è sicuramente consigliabile farsi accompagnare da una persona di fiducia con una maggiore esperienza.
A parità di rendimento sarebbe senz'altro da preferire un soggetto più giovane e che abbia ricevuto un addestramento meno intenso, in questo caso il rendimento del soggetto sarà più condizionato dalle qualità naturali che dall'addestramento, quindi saranno maggiori le probabilità che mantenga lo stesso rendimento anche con un altro conduttore ed avrà ancora ampi margini di miglioramento.
Contrariamente a quello che si può pensare, in genere il cane si affezionerà molto in fretta al nuovo proprietario, specie se si tratta di un soggetto giovane.
Se ci si orienta sull'acquisto di un cucciolo prevale la valutazione delle attitudini alla cerca del tartufo delle diverse razze. Visto che addestrare un cane da tartufi richiede comunque un impegno notevole, è opportuno orientare la nostra scelta su una razza che ci offra buone probabilità di vedere il nostro lavoro coronato dal successo.
Un cane con buone attitudini che va a tartufi perchè gli piace impara prima e diventa migliore di uno che siamo riusciti a "costringere" a cercare il tartufo dopo infiniti sforzi e che fa questo lavoro solo per farci un piacere.
sono numerose le razze che vengono impiegate in modo significativo per la cerca del tartufo, in gran parte si tratta di cani da caccia. Provo a citarne alcune di utilizzo prevalente nella mia zona: partiamo da cani da ferma come il Pointer, il Kurzhaar, il Bracco Ungherese, alcune razze da cerca e riporto come il Lagotto, lo Springer Spaniel, negli ultimi tempi anche il Labrador. Accanto ai cani di razza sono sempre stati utilizzati anche molti meticci.
Probabilmente non ci sono consigli validi in assoluto, ognuno può apprezzare un certo tipo di cane per determinate caratteristiche.
Noi, sulla base delle esperienze fatte, abbiamo scelto il Cocker Spaniel Inglese.
Attorno a questo Fungo, molte leggende si sono sviluppate proprio per la sua caratteristica di frutto non comune e dal profumo intenso e particolare.
Già i Romani lo conoscevano e lo apprezzavano attribuendogli anche poteri magici.
Gli Egizi ancora prima dei Romani, lo consideravano grande prelibatezza.
Oggi, il tartufo rientra tra i prodotti più voluttuari che si conoscono.
Il prezzo elevato dovuto alla scarsa disponibilità sul mercato lo rende pregiato nella gastronomia ricercata ed apprezzato dai palati più esigenti.
La difficile coltivazione, di conseguenza la sua diffusione quasi esclusivamente spontanea, ha reso necessaria una regolamentazione per la raccolta.
Per evitare ,infatti, la perdita di un prodotto così prezioso è necessario che la raccolta sia limitata a coloro i quali ne conoscono le caratteristiche e che rispettino l’ambiente in cui esso trova il suo habitat naturale.
Il nome di “Tartufo” è attribuito ad alcuni funghi che fruttificano sottoterra (ipogei) della classe degli Ascomiceti, che vivono in simbiosi micorrizica con determinati piante superiori e con lo stesso nome viene indicato il loro corpo fruttifero, simile a un tubero, di forma più o meno rotonda, ma talvolta anche irregolare con protuberanze e cavità, a seconda della specie e del terreno in cui si è formato.
La simbiosi è un rapporto mutualistico (scambio) fra il fungo e la pianta superiore e riguarda espressamente il tartufo. Essendo un rapporto mutualistico entrambi i soggetti traggono profitto dallo scambio, anche se a trarne maggior vantaggio risulta essere il tartufo che, infatti, senza la pianta superiore non potrebbe vivere. Con la simbiosi la pianta cede attraverso l’apparato radicale le sostanze nutritive elaborate ottenute con la fotosintesi delle foglie; il fungo, da parte sua, contribuisce a creare un equilibrio naturale del bosco ottimizzando le condizioni vegetative. L’esaltazione della condizione vegetativa si ottiene in quanto il tartufo aumenta la superfice assorbente della pianta, assume gli elaborati delle radici riducendo la possibilità di attacchi parassitari, favorisce l’assunzione di alcuni elementi contenuti nel terreno.
La parte mangereccia del tartufo si chiama carpoforo ed è il frutto del tartufo stesso, a maturazione emette le spore (semi) che germinando formano un groviglio detto micelio primario costituito dalle ife che vanno ad invadere le radici della pianta ospite cioè di quella con la quale instaurano la simbiosi. Questo complesso di radici+ife+micoclena (cappuccio che avvolge le radici) si dice micorriza.
Le ife sono dei filamenti costituiti da cellule che rappresentano la parte vegetativa del fungo e che formano con le radici della pianta ospite la simbiosi. Le ife non penetrano mai all’interno delle cellule, ma le avvolgono all’esterno formando le cosidette ectomicorrize.
La parte vegetativa (la pianta) del tartufo è costituita dal micelio, quindi, quando si raccoglie il corpo fruttifero (tartufo) è importante non danneggiare la parte del fungo che si trova interrata e che rappresenta la continuità della vita per il tartufo e cioè il micelio stesso (invisibile a occhio nudo). Da qui l’importanza di scavare solamente dove il cane indica e di ricoprire perfettamente la buca con lo stesso materiale, evitando infiltrazioni di corpi estranei.